Semafori sulle etichette alimentari, via libera della Commissione europea al Regno Unito

Dopo due anni di accesi dibattiti, la Commissione europea ha infine deciso di rispettare la scelta del governo britannico in merito a un sistema volontario di informazione nutrizionale, il c.d ‘traffic light system’, sulle etichette degli alimenti.

I ‘semafori in etichetta’ (1) vennero introdotti oltre una decina d’anni fa dai ‘retailers’ inglesi, in accordo con le associazioni dei consumatori, con l’obiettivo di favorire l’adozione di diete equilibrate. I codici cromatici (verde, giallo e rosso) permettono infatti di riconoscere in un colpo d’occhio le caratteristiche nutrizionali dei cibi a scaffale, con particolare riguardo ai valori – energia, grassi, zuccheri e sale – che é opportuno tenere sotto controllo per esigenze sanitarie.

Il regolamento UE 1169/11 ha a sua volta contemplato l’ipotesi di sistemi volontari di informazione – ulteriori rispetto alla dichiarazione nutrizionale obbligatoria – da applicarsi su base nazionale (art. 35.2). Su tali basi, il governo britannico aveva notificato il proprio standard, sviluppato a seguito di lunga sperimentazione.

Il colosso dolciario italiano, non disposto a tollerare la ‘penalizzazione’ dei propri iconici prodotti in quanto ricchi di zuccheri e grassi saturi, aveva perciò dichiarato guerra a Downing Street. Arruolando al suo fianco la confederazione agricola e quella industriale, nonché ampie schiere di lobbisti, per costringere la Commissione europea a un intervento contro i semafori di Londra.

La Commissione europea aveva perciò inviato, a ottobre 2014, una richiesta formale di chiarimenti che in effetti sono pervenuti e sono stati considerati più che soddisfacenti. (2) Poiché il sistema inglese – se pur impreciso nel valutare l’ipotetico ‘equilibrio nutrizionale’ di ciascun alimento (soprattutto quelli di prima trasformazione, le cui caratteristiche sono comuni alla categoria di appartenenza e pressoché immodificabili) – non mira a far escludere l’acquisto di determinati prodotti, quanto piuttosto a mantenere vigile l’attenzione su potenziali eccessi.

Dario Dongo

Note

(1) http://www.nhs.uk/Livewell/Goodfood/Pages/food-labelling.aspx#Nut

(2) ALLEGATO LABELLING SCHEME LETTER

 



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