Lattiero-caseario: problematiche e prospettive dopo Expo

Al Senato nella seduta del 26 novembre 2015 il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha risposto a quesiti riguardanti le problematiche del settore lattiero caseario e le prospettive delle imprese agricole italiane dopo Expo 2015.

Sul primo tema argomento (problematiche del settore lattiero caseario) Saggese (PD), Amidei (FI-PdL), Gaetti (M5S), Formigoni (AP), Stefano (SEL) e Candiani (LN) hanno chiesto di conoscere i termini dell’accordo di filiera tra produttori, trasformatori e distributori raggiunto nella stessa giornata del 26 novembre 2015 sul prezzo del latte, i provvedimenti che il Governo intende adottare per fronteggiare i danni conseguenti alla fine del regime delle quote-latte in particolare nelle zone di montagna, la posizione italiana riguardo all’introduzione dell’indicazione obbligatoria d’origine, i fondi d’investimento, il monopolio di Lactalis. [Il Gruppo Lactalis Italia è nato nel 2007 e riunisce al suo interno il mondo Galbani, (entrata a far parte del Groupe Lactalis nel 2006) e altre società].

Il Ministro delle politiche agricole Martina ha posto l’accento sulla definizione del prezzo alla stalla, che è salito da 32,9 a 36 centesimi al litro. A livello europeo, Italia, Francia, Spagna e Portogallo, grazie ad un’iniziativa congiunta, hanno ottenuto uno stanziamento straordinario per il settore zootecnico di 500 milioni di euro, 25 dei quali sono stati assegnati al Paese. Il Governo li ha destinati all’accordo di filiera, che consente di attivare un meccanismo d’indicizzazione del prezzo con parametri italiani. Il Ministro ha ricordato poi la novità dei contratti annuali e le misure previste dalla legge di stabilità 2016: l’aumento della compensazione al 10 per cento e l’abolizione dell’IMU agricola e dell’Irap. In sede europea la trattativa per la nuova politica agricola è difficile: occorrerebbe una politica di stabilizzazione, che aiuti i Paesi mediterranei.

Le repliche

Saggese (PD). Soddisfatta per l’accordo di filiera del settore lattiero caseario raggiunto.

Amidei (FI-PdL XVII). Insoddisfatto della risposta. Con l’assegnazione di un centesimo o due di margine sul costo della produzione del latte, è impossibile fare impresa e reddito.

Gaetti (M5S). Insoddisfatto. Non si risolvono le questioni spostando un centesimo su una montagna di 111 milioni di quintali di latte. Per l’IRAP sono 200 milioni sul piatto per 250.000 aventi causa: 80 euro per ogni allevatore.

Formigoni (AP (NCD-UDC). Soddisfatto per la firma dell’accordo di filiera, compreso l’aumento della remunerazione del latte. Soddisfatto altresì della consapevolezza che il Ministro ha dato riguardo alla difficoltà della trattativa in Europa.

Stefano (Misto-PugliaPIù –Sel). Insoddisfatto. L’accordo per fissare il prezzo del latte a 36 centesimi si rivolge solo alle imprese che operano in un’area del Paese.

Candiani (LN-Autonomie). Insoddisfatto. La situazione è preoccupante. Solo nel 2015 hanno chiuso circa 1.000 stalle e si sono persi 4.000 i posti di lavoro.

Sul secondo tema (prospettive delle imprese agricole italiane dopo Expo 2015), Pignedoli (PD) ha invocato interventi a sostegno delle imprese agricole e delle eccellenze agroalimentari; Amidei (FI-PdL) ha sollecitato fondi aggiuntivi per il ricambio generazionale; Fattori (M5S) e De Pin (GAL) hanno evidenziato le conseguenze negative del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) sulla tutela del made in Italy e hanno ricordato che Expo 2015 ha privilegiato le multinazionali a scapito del settore biologico; Candiani (LN) ha insistito sulla distinzione del prodotto di origine e sulla lotta alla contraffazione; Dalla Tor (AP) ha auspicato stanziamenti per la formazione e la ricerca.

Secondo il Ministro l’esposizione universale è stata utilizzata al meglio come occasione per riorganizzare e internazionalizzare il modello agricolo italiano, che deve puntare sull’innovazione. Il Ministro ha richiamato i dati dei primi mesi del 2015: l’export agroalimentare a 24 milioni di euro e 16.000 nuovi occupati in agricoltura. Il Ministro ha infine ribadito l’impegno italiano su etichettature e tracciabilità dei prodotti.

Le repliche

Pignedoli (PD). Soddisfatta per la determinazione per affrontare un piano straordinario d’innovazione dell’agricoltura basato su qualità, distintività di prodotto, tradizione e tecnologie ed efficienza degli strumenti pubblici.

Amidei (FI-PdL-XVII). Insoddisfatto. L’agricoltura necessita di risposte concrete, tenuto conto del dieci per cento di aziende in meno in cinque anni, del ventisei per cento in meno degli investimenti e dei ventiquattro milioni con l’ultima finanziaria allocati per altri scopi.

Fattori (M5S). Insoddisfatto. L’Expo è stato l’Expo delle multinazionali e quindi dell’agricoltura industriale e tutto quello che verrà dopo sarà distrutto dal futuro TTIP, che porterà ad una legislazione sovranazionale.

Dalla Tor (AP). Soddisfatto. Da parte del Gruppo c’è la disponibilità a continuare a lavorare, perché questo settore è fondamentale per il nostro Paese.

Candiani (LN-Aut). Insoddisfatto. Occorre, invece, intervenire in maniera severa affinché, a partire dall’etichettatura, i consumatori possano scegliere.

De Pin (GAL). Insoddisfatta. In particolare la Commissione agricoltura del Senato vorrebbe un report dettagliato di quello che è stato l’Expo. In secondo luogo le dichiarazioni rese dal commissario Cecilia Malmström non garantiscono il made in Italy, le biodiversità e la qualità.

Bruno Nobile



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