La pasta può contenere ‘tracce di soia’, anche su etichette per Canada e USA? Risponde l’avvocato Dario Dongo

Buongiorno Avv. Dongo,

Lavoro in un’azienda alimentare e leggo molto i suoi pareri e indicazioni sui social.

Una piccola anzi grande curiosità.

Ma sulla pasta è a suo avviso necessario o utile, indicare la possibile presenza di soia?

Sempre più clienti lo richiedono.

Qual è la situazione a riguardo, anche su mercati esteri come USA e Canada?

La ringrazio molto

Ruggero Luca


 

Caro Ruggero,

è indispensabile applicare con scrupolo certosino l’autocontrollo. Vale a dire le GMP, o buone prassi di lavorazione (1) relative al comparto produttivo, e soprattutto l’Haccp. (2)

La valutazione del rischio merita particolare attenzione nella fase di approvvigionamento, tenuto conto anche delle condizioni di trasporto.

Considerato il rischio di X-contamination legato a trasporti promiscui, che va effettivamente analizzato. (3)

L’obiettivo è quello di escludere il rischio di contaminazione crociata del frumento con soia, o altri ingredienti allergenici, al duplice scopo di:

– rendere il consumo della pasta accessibile si consumatori allergici alla soia e/o ad altri allergeni alimentari,

– risparmiarsi, di conseguenza, dall’obbligo di riportare in etichettatura la locuzione ‘può contenere…’

Qualora l’operatore non sia in grado di escludere il rischio di contaminazione accidentale dell’alimento con ingredienti allergenici non volontariamente impiegati nel processo produttivo – nonostante la corretta applicazione delle GMP e dell’Haccp – dev’essere adottata un’apposita dicitura.

La dicitura da impiegarsi, a margine della lista degli ingredienti, è ‘Può contenere’ o ‘It may contain’, seguita dal nome specifico dell’ingrediente allergenico in questione. (4)

La legislazione vigente in USA (5) contempla a sua volta l’impiego dell’indicazione ‘may contain’. A condizione che essa derivi dalla constatazione della effettiva impossibilità di gestire il rischio di contaminazione crociata, a esito della scrupolosa applicazione delle GMP o GHP (6) del caso.

Il Canada è sprovvisto di una regolazione specifica della dicitura ‘may contain’. La Canadian Food Inspection Agency peraltro raccomanda l’utilizzo di un precautionary statement on food labels, ogni qualvolta il rischio di cross contamination con ingredienti allergenici non risulti prevedibile, o comunque gestibile in condizioni di sicurezza per le categorie vulnerabili di consumatori.

La nostra squadra di FARE (email info@fare.email) è a disposizione degli operatori del settore alimentare che intendano migliorare il proprio sistema di gestione dei rischi, anche con riguardo agli allergeni. E adeguare le etichette in conformità alle regole vigenti sui vari mercati internazionali.

Dario Dongo

Note

(1) GMP, Good Manufacturing Practices

(2) HACCP, Hazard Analysis on Critical Control Points

(3) Non ci può limitare ad accogliere il c.d. certificato di lavaggio cisterna esibito dal trasportatore. Bisogna fare analisi

(4) C.d. PAL, Precautionary Allergens Labelling

(5) FALCPA, Food Allergen Labeling and Consumer Protection Act

(6) GHP, Good Hygienic Practices



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