Il recepimento delle norme UE. I due ddl per il 2015 ora in Parlamento

Gli strumenti legislativi per il recepimento della normativa comunitaria nel diritto interno sono previsti dalla legge 24 dicembre 2012, n. 234, che reca “Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea”1.

Gli strumenti legislativi

La 234 ha mandato in soffitta la tradizionale legge comunitaria annuale, che ha sempre avuto un percorso lungo e accidentato, foriero di ricorrenti procedure d’infrazione, sostituendola con due diversi strumenti: la legge di delegazione europea e quella europea. La prima conferisce deleghe legislative per il recepimento delle direttive e degli altri atti dell’Unione Europea da inserire nel nostro ordinamento. La seconda prevede norme di diretta attuazione degli obblighi derivanti dall’appartenenza all’Unione europea.

Il Governo è tenuto a presentare, entro il 28 febbraio di ogni anno, la legge di delegazione europea e, ove necessario, la legge europea. La legge di delegazione contiene, dunque, esclusivamente le deleghe al Governo per l’attuazione delle direttive europee e delle decisioni quadro da accogliere nell’ordinamento nazionale. Alla legge europea è demandato il compito di attuare gli atti comunitari e i trattati internazionali conclusi nell’ambito delle relazioni esterne dell’Unione.

A completare il quadro normativo, soccorre la possibilità di un secondo disegno di legge di delegazione europea da adottare, se necessario, entro il 31 luglio di ogni anno. Si aggiunga che al Governo è riservata la facoltà di redigere appositi disegni di legge per l’attuazione di singoli atti normativi dell’Unione Europea, in casi di rilevante importanza politica, economica o sociale.

La legge europea può altresì prevedere: modificazioni a norme statali oggetto di procedure d’infrazione nei confronti dell’Italia (o di sentenze della Corte di giustizia europea); disposizioni per assicurare l’applicazione di atti dell’UE; l’attuazione di trattati internazionali conclusi nel quadro delle relazioni esterne dell’Unione. La stessa legge può anche prevedere l’abrogazione e la modifica di norme in contrasto con gli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione.

Last but not least, la legge europea reca i presupposti per l’esercizio del potere sostitutivo dello Stato nei confronti delle Regioni che siano inadempienti nell’attuazione degli atti normativi comunitari nelle loro materie, ovvero che non provvedono all’attuazione e all’esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell’Unione Europea.

Lo stato dell’arte: il recepimento della normativa comunitaria

A fine aprile 2016, questa la situazione venutasi a determinare:

➝ Il disegno di legge (atto Senato n. 2228), recante “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2015”, è stato presentato il 3 febbraio scorso. La Commissione di merito (Politiche dell’Unione europea) ne ha terminato l’esame il 13 aprile, sottoponendo all’Assemblea un testo modificato, ove la discussione avrà inizio il 4 di maggio.

➝ Il disegno di legge recante “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2015” è stato presentato il 18 gennaio di quest’anno alla Camera (atto: C. 3540). L’esame in Commissione è cominciato l’11 febbraio 2016 e si è concluso il 12 aprile 2016. Quindi la discussione in Assemblea è iniziata il 18 aprile 2016 e si è chiusa il 27 aprile 2016. Il testo, come approvato con le modifiche apportate, è stato trasmesso al Senato (atto S. 2345) il giorno successivo.

Nel corso dell’esame in Commissione Politiche dell’Unione europea della Camera il testo originariamente presentato dal Governo è stato modificato e ampliato, sia con riguardo agli articoli del disegno di legge, che sono passati da quattordici a diciannove, sia a proposito del numero di direttive e di atti legislativi dell’Unione europea oggetto di delega (da otto a quattordici direttive, più una decisione quadro).

Bruno Nobile

Note

1 La legge 24 dicembre 2012, n. 234 disciplina il processo di partecipazione dell’Italia alla formazione delle decisioni e alla predisposizione degli atti dell’Unione europea e garantisce l’adempimento degli obblighi e l’esercizio dei poteri derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea, in coerenza con gli articoli 11 e 117 della Costituzione, sulla base dei principi di attribuzione, di sussidiarietà, di proporzionalità, di leale collaborazione, di efficienza, di trasparenza e di partecipazione democratica.



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