- 21/12/2016
- Postato da: Marta
- Categorie: Approfondimenti, Notizie

In Europa il Paese che più ha lavorato sulla questione Bisfenolo A nei materiali a contatto con alimenti è sicuramente la Francia, Paese in cui questa sostanza è vietata in tutti gli imballaggi e gli articoli destinati ad alimenti.
In un dossier creato dall’ANSES (l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare) nel 2012 a supporto dell’industria, sono state individuate ben 73 alternative al bisfenolo A di cui quattro provenienti direttamente dalle aziende industriali in risposta alla richiesta di contributi e 62 sulla base della letteratura scientifica a disposizione.
Il dossier dell’ANSES

Secondo le autorità francesi vi sono molti modi diversi di fornire alternative al bisfenolo A:
– sostituire il bisfenolo A con un’altra sostanza;
– sostituire il materiale contenente BPA con un altro materiale plastico o un altro polimero avente proprietà simili al polimero di partenza;
– sostituire il materiale contenente BPA con un materiale di altra natura.
Per ciascuna delle alternative individuate, sono stati analizzati da parte dell’Agenzia francese, l’attuale quadro normativo, le informazioni sui suoi usi e sui dati tossicologici disponibili.
Così, per ogni alternativa identificata, la relazione ANSES specifica, nella misura in cui sono disponibili, informazioni utili tra cui:
– la sua classificazione in base al quadro normativo relativo alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura delle sostanze pericolose;
– il suo status per quanto riguarda il regolamento europeo REACH;
– il suo status per quanto riguarda i regolamenti in materia di materiali a contatto con gli alimenti e materiali a contatto con l’acqua destinata al consumo umano e più precisamente la sua inclusione o l’esclusione dal regolamento (UE) 10/2011 della Commissione;
– le sue proprietà fisico-chimiche;
– le applicazioni per le quali può sostituire bisfenolo A;
– i vantaggi e gli svantaggi presentati da questa alternativa; le loro descrizioni nel rapporto si basano sui dati bibliografici disponibili e/o sui dati forniti dai produttori che hanno presentato un esempio di sostituzione.
Questo lavoro di identificazione, condotto fino a marzo 2012 e descritto nel rapporto, ha permesso di elaborare un inventario preliminare delle potenziali alternative al bisfenolo A.
Anche se le informazioni scientifiche e tecniche sono state raccolte per alcune alternative individuate, è importante notare che mentre in certi casi esse sono attualmente in uso sui mercati europei ed extra-europei altre sono ancora in una fase iniziale di ricerca e sviluppo. Va inoltre sottolineato che l’elenco di alternative identificate probabilmente non è esaustivo.
Incertezze sulle alternative al BPA
A seguito di questo lavoro iniziale condotto da ANSES, occorre notare che nessuna alternativa si distingue per la sostituzione di bisfenolo A per tutti i suoi usi. E alcune domande rimangono per quanto riguarda la sicurezza, la fattibilità e l’efficacia, in termini tecnici, di queste alternative.
L’obiettivo dell’Agenzia francese in questo lavoro, del resto, è stato solo fare un inventario di alternative potenziali esistenti al bisfenolo A, senza valutare o convalidare le proposte identificate o presentate, in particolare per quanto riguarda i rischi per la salute. Nessuna valutazione o giudizio di valore è stato quindi fatto per le alternative individuate, sia sulla loro fattibilità tecnologica, i dati tossicologici, o dei loro vantaggi e svantaggi.
Pochi dati tossicologici
La revisione dei dati disponibili sulla tossicità delle potenziali alternative al bisfenolo A indica che, anche se la maggior parte di questi composti chimici sono stati (pre) registrati in REACh, essi non sono ancora sottoposti a test tossicologici approfonditi, in particolare per quanto concerne i rischi propri degli interferenti endocrini. Infine, la ricerca di alternative è un campo in evoluzione di studio e le informazioni su questo argomento necessitano di un aggiornamento regolare.
Analizziamo nel dettaglio, per esempio, quali soluzioni propone l’ANSES per la sostituzione del policarbonato, materiale ormai vietato per la produzione di biberon ma utilizzabile a livello europeo in altre tipologie di materiali a contatto con alimenti.
L’alternativa al policarbonato
La soluzione proposta da ANSES prevederebbe la sostituzione del policarbonato con un altro materiale plastico o polimerico o con un altro materiale, in funzione del contesto di impiego.
Per la realizzazione di biberon, i materiali alternativi proposti sono plastiche poliolefinische (polipropilene) o polimeri termoplastici come il polisolfone o polieteresolfone: materiali ad elevata robustezza ma che escludono l’impiego di BPA nelle fasi di produzione.
Tra gli ulteriori vantaggi derivanti dall’impiego di polieteresolfone vi sarebbero, secondo l’ANSES:
• Resistenza termica e resistenza all’ossidazione
• Buone proprietà meccaniche
• Buona resistenza alle radiazioni, raggi X, beta e gamma
• Buona resistenza alle soluzioni acquose di acidi e basi A BASE ACIDA?
L’alternativa PLA, acido polilattico
Altro polimero degno di evidenza proposta dall’ANSES in sostituzione di altri polimeri contententi Bisfenolo A vi è il PLA (Acido Polilattico).
Si tratta di un poliestere termoplastico compostabile creato partendo da monomeri di acido lattico o lattide. Nel processo di fabbricazione, innanzitutto è impiegato amido estratto da fonti rinnovabili quali barbabietola da zucchero, canna da zucchero, frumento, mais, o cellulosa. L’idrolisi dell’amido mediante trattamento produce zuccheri (glucosio, destrosio…) che vengono poi elaborati da fermentazione per convertirli in acido lattico.
PLA è una bioplastica proposto per il mercato dell’imballaggio. Programmi di ricerca hanno dimostrato che il PLA potrebbe essere utilizzato nella fabbricazione di bicchieri monouso, imballaggio alimentare e pellicole, bottiglie.
Il PLA ha buone proprietà meccaniche, è biocompostabile e biodegradabile, possiede buone proprietà ottiche in termini di trasparenza e brillantezza, HA proprietà DI barriera a grassi, oli e aromi e un medio livello di permeabilità al vapore acqueo. È però piuttosto fragile e possiede una bassa resistenza meccanica se si superano i 45°C.
Imballaggi alimentari e lattine senza BPA
In altri contesti (bottiglie o imballaggi alimentari in genere) l’ANSES ipotizza che possano essere impiegati materiali di natura differente quali il vetro, la ceramica, l’acciaio inossidabile.
Nell’ambito di sostituzione del BPA in resine epossidiche (rivestimenti interni di lattine, per esempio) l’ANSES propone materiali alternativi quali resine di poliestere, oleoresine, bioresine.
La stessa agenzia sostiene che le possibili alternative alle resine epossidiche sono molte, ma devono essere adattate alle specifiche applicazioni richieste.
Luca Foltran, Dario Dongo