Contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura

Nella seduta del 18 ottobre 2016 la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva un disegno di legge, inteso a garantire maggiore efficacia all’azione di contrasto del cosiddetto caporalato, modificando il quadro normativo penale e prevedendo specifiche misure di supporto dei lavoratori stagionali in agricoltura. Il provvedimento, non ancora pubblicato al 26 ottobre, entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, ovviando ai termini della vacatio. Per esteso questo il titolo della nuova legge: “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo”.

Per caporalato s’intende il sistema informale di sfruttamento della manodopera agricola, (particolarmente diffuso nel Mezzogiorno, segnatamente in Puglia), reclutata illegalmente da intermediari (caporali) e pagata sotto il minimo previsto dalla legge.

Il caporalato è favorito dalla crisi economica del Paese e dal crescente numero d’immigrati, anche irregolari, in cerca di lavoro. Si creano in tal modo le condizioni perché imprenditori senza scrupoli possano realizzare cospicui proventi illeciti che finiscono con l’alimentare un importante giro di affari, nella maggior parte dei casi gestito dalle organizzazioni criminali (agro mafia). Stime accreditate indicano che il fenomeno si riferisce a circa quattrocentomila lavoratori. Il caporalato in agricoltura ha un costo per le casse dello Stato in termini di evasione contributiva stimato non inferiore a 420 milioni di euro l’anno. 

Secondo FOREX1 il ricavo stimato stagionalmente dal fenomeno del caporalato ammonta tra i ventuno e i trenta milioni di euro. Non sono soldi che vanno nelle tasche dei lavoratori migranti: l’80% del capitale che ruota attorno al caporalato finisce ad alimentare l’economia sommersa. Sono i soldi che il caporale riscuote dai lavoratori immigrati: la quota per l’alloggio, il costo del trasporto, la percentuale sul raccolto. Il caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero dei migranti alimentano fra l’altro il fenomeno dell’evasione fiscale.

Il provvedimento, stando a una sintesi, redatta dagli Uffici della Camera, dei dodici articoli di cui si compone il provvedimento, prevede:

la riscrittura del reato di caporalato (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro), che introduce la sanzionabilità anche del datore di lavoro;

l’applicazione di un’attenuante in caso di collaborazione con le autorità;

l’arresto obbligatorio in flagranza di reato;

il rafforzamento dell’istituto della confisca;

l’adozione di misure cautelari relative all’azienda agricola in cui è commesso il reato;

l’estensione alle persone giuridiche della responsabilità per il reato di caporalato;

l’estensione alle vittime del caporalato delle provvidenze del Fondo anti tratta;

il potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità2, in funzione di strumento di controllo e prevenzione del lavoro nero in agricoltura;

il graduale riallineamento delle retribuzioni nel settore agricolo.

Dalla lettura delle dichiarazioni rese dai rappresentanti delle Organizzazioni interessate in corso d’opera o divulgate attraverso la documentazione acquisita dalla Commissione Agricoltura del Senato e quivi depositata dai soggetti ascoltati in merito al disegno di legge sul contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura, si evidenzia che il problema rileva sotto diversi profili: etico, penale, finanziario e organizzativo.

Per AGRINSIEME3 è scarsa la tutela delle aziende sane che, dai fatti criminali come il caporalato, subiscono un’ingiusta concorrenza sleale. L’impegno deve essere anche quello di salvaguardare il reddito delle aziende agricole. Inoltre, laddove s’individuano gli indici di sfruttamento del lavoro, non si è operata la dovuta distinzione tra reati gravi e violazioni, anche solo meramente formali, della legislazione sul lavoro e della contrattazione collettiva. Si determinerà nei fatti una totale discrezionalità da parte di chi è deputato all’applicazione della legge, in primis gli ispettori del lavoro e a un secondo livello la stessa magistratura, considerata la mole importante di contenzioso che presumibilmente si andrà a produrre. Questa legge è certamente importante, ma non può essere considerata un punto d’arrivo. AGRINSIEME si è anche richiamata all’Unione europea: per combattere i preoccupanti fenomeni degenerativi in agricoltura l’Unione ha fornito da tempo precise indicazioni, ma è rimasta sostanzialmente inascoltata. Con diversi provvedimenti, infatti, la Commissione Europea4 ha indicato quali sono le misure necessarie per combattere efficacemente il lavoro sommerso. Infine, la Rete, come prevista attualmente, potrebbe favorire l’auspicata intelligence nell’attività di vigilanza facendo si che l’attenzione si concentri sulle aziende non iscritte.

Per la Confederazione Produttori Agricoli (COPAGRI) è indispensabile che le norme per la lotta contro il caporalato diventino le gambe operative della Cabina di Regia della Rete del Lavoro Agricolo di qualità. Inoltre bisogna prevedere dei sistemi alternativi per contrastare efficacemente il caporalato: pertanto va ripensato il sistema dei trasporti locali, attraverso convenzioni stipulate tra imprese e istituzioni ai vari livelli, affinché i lavoratori possano giungere nei campi senza troppa fatica, per togliere dalle mani dei caporali questo monopolio. Inoltre occorrerà creare dei luoghi idonei per gli alloggi e la vita dei lavoratori al ritorno dai campi agricoli.

FAI – CISL, FLAI – CGIL e UILA – UIL5 avevano, congiuntamente, proposto di emendare il testo in discussione disponendosi che “L’ammissione alla Rete del lavoro agricolo consente alle imprese che assumo tramite la Rete stessa di beneficiare di uno sgravio contributivo pari a un euro per ogni giornata lavorata e di poter utilizzare, per i propri prodotti, un marchio etico di qualità, secondo modalità e contenuti che saranno definiti da un apposito decreto ministeriale”.

Per la Federazione Nazionale Agricoltura il lavoro nero e il caporalato sono delle autentiche piaghe sociali, un peso per l’Italia che ha bisogno di risanare i propri conti, poiché si tratta di risorse occultate al fisco e sottratte alla ricchezza comune. Per tale ragione è da ritenere che un passo importante sia stato fatto per sanare una lacuna del nostro sistema.

Secondo l’ANCE, l’Associazione nazionale costruttori edili, sono state confermate le norme sul reato d’intermediazione illecita e l’introduzione della confisca obbligatoria. Accolti numerosi ordini del giorno, mirati, come richiesto dalla stessa Associazione, a definire la configurazione del reato e la sua applicazione.

L’Alleanza delle Cooperative Italiane – Agroalimentare ha espresso qualche perplessità in merito all’efficacia della confisca obbligatoria dei beni appartenenti al colpevole del reato d’intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento del lavoro: in ambito agricolo la persona responsabile del fatto che costituisce reato potrebbe risultare nullatenente vanificando la finalità della norma ovvero quello di evitare la formazione di patrimoni criminali.

In un documento congiunto di FEDERDISTRIBUZIONE (Le aziende della distribuzione moderna), COOP (Associazione nazionale cooperative consumatori) e ANCD (Associazione nazionale cooperative dettaglianti – Conad) le tre Organizzazioni dichiararono di impegnarsi a promuovere presso le proprie associate lo strumento della “Rete di lavoro agricolo di qualità”, invitandole a monitorarne e dove possibile favorirne lo sviluppo, affinché tale strumento possa raggiungere in breve tempo un adeguato livello di operatività e diventare così un elemento aggiuntivo rilevante per la scelta del fornitore. Alla parte pubblica si chiedeva di fare in modo che in questa Rete si registri il maggior numero d’imprese possibili, anche attraverso forme incentivanti od obblighi di legge. Solo un’adesione massiccia può, infatti, fare decollare questo strumento. L’adesione alla Rete da parte delle aziende agricole potrebbe essere, inoltre, facilitata se si potesse avviare un’adeguata campagna di comunicazione istituzionale che coinvolgesse anche i consumatori, affinché nasca una domanda di poter acquistare prodotti di aziende certificate dalla Rete. Si darebbe in tal modo un valore concreto, anche di carattere economico, a questa white list, rendendo conveniente l’adesione alle imprese. Dette Organizzazioni reclamavano, infine, in una strategia di lungo periodo, lo sviluppo di un progetto che punti a modernizzare la filiera, ad aumentare le dimensioni d’impresa e a introdurre modelli organizzativi strutturati incompatibili con caporalato e illegalità. In tal senso dovrebbero lavorare insieme istituzioni e imprese di tutta la filiera: agricoltura, industria, ingrosso, mercati ortofrutticoli, commercio al dettaglio, ambulanti.

Nel corso dell’audizione al Senato il Ministero del lavoro e delle politiche sociali esibì un documento di programmazione della vigilanza per il 2016. Nel documento erano contenute le linee generali d’indirizzo e di programmazione dell’attività di vigilanza per l’anno 2016. Ad avviso del Ministero l’analisi dei fenomeni di violazione ed elusione della disciplina in materia di lavoro e legislazione sociale confermava l’esigenza di una significativa presenza sul territorio del personale ispettivo e l’individuazione strategica di obiettivi preselezionati. Si confermava inoltre la necessità di indirizzare la vigilanza verso ambiti e fenomeni individuati prioritariamente in base al loro impatto sul tessuto economico-sociale e in base alla loro diffusione sul territorio, garantendo un’effettiva tutela delle condizioni dei lavoratori attraverso il contrasto a illeciti sostanziali. L’intervento del personale ispettivo sarà fondamentale anche in chiave di promozione del rispetto della disciplina lavoristica e, pertanto, quale forma di prevenzione alla commissione d’illeciti o all’insorgere di controversie.

Nel corso di altra audizione lo stesso Ministero esibiva e illustrava il Rapporto annuale – redatto in attuazione dell’art. 20 della Convenzione OIL C81 dell’11 luglio 19476. Nel documento si provvede alla rappresentazione analitica dei risultati dell’attività di vigilanza svolta dagli ispettori del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in materia di lavoro e di legislazione sociale e dei principali risultati dell’attività, svolta dal personale di vigilanza dell’INPS e dell’INAIL.

EMERGENCY, la nota Associazione umanitaria italiana, riassumeva in sei punti i principali fattori di vulnerabilità: condizioni abitative precarie (isolamento, mancanza di elettricità e servizi igienico-sanitari); instabilità lavorativa; scarsa consapevolezza dei propri diritti; ostacoli amministrativi nell’iscrizione al SSN; emarginazione sociale; fragilità emotiva.

Da ultimo: ASSOSOMM. L‘Associazione italiana delle Agenzie per il Lavoro, ha, tra l’altro, richiamato l’attenzione sul trasporto di persone, cui s’imputa l’esistenza di un vincolo di soggezione tra il lavoratore e il caporale. A tale proposito, l’ASSOSOMM suggerisce l’istituzione di un registro dei trasportatori presso un organismo pubblico, con specifici requisiti di onorabilità, quali l’assenza di condanne per reati correlati alla violazione delle norme giuslavoristiche, accompagnato dall’obbligo di comunicazione, a cadenze mensili, del numero dei lavoratori trasportati e dell’area territoriale presso la quale gli stessi hanno operato. Sarebbe opportuno che il mezzo di trasporto, riconoscibile dall’esterno e abilitato al trasporto dei soli lavoratori agricoli, fosse dotato di apparecchiature informatiche/elettroniche, idonee a registrare l’intera tratta percorsa dal luogo di partenza fino a quello di destinazione, al fine di permettere l’identificazione del lavoratore o della lavoratrice tramite l’utilizzo di una tessera magnetica personalizzata, che potrebbe essere la tessera sanitaria, giacché rilasciata da specifica autorità e già diffusa a livello nazionale. La tracciabilità consentirebbe la rilevazione delle ore effettivamente prestate, attraverso il confronto tra la comparazione del foglio presenza con il foglio viaggio, anche ai fini dell’elaborazione delle buste paga. Tale sistema potrebbe essere utile a garantire la trasparenza nella gestione e compilazione degli Elenchi agricoli.

Quest’ulteriore superfetazione normativa soccorrerà a contrastare a fondo il fenomeno del caporalato? Il Paese è assuefatto all’illegalità per lo più accettata: “Sono tanto semplici gli uomini, e tanto obediscano alle necessità presenti, che colui che inganna troverrà sempre chi si lascerà ingannare”7. Anche per proprio tornaconto, pur se illecito.

Bruno Nobile

Note

1 Acronimo di Foreign Exchange Market. 

2 Dal 1° settembre 2015 le aziende agricole interessate potranno fare richiesta di adesione alla Rete del Lavoro agricolo di qualità, l’organismo autonomo nato per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni d’irregolarità e delle criticità che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo. Possono fare richiesta le imprese in possesso di questi requisiti: non avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale e in materia d’imposte sui redditi e sul valore aggiunto; non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative definitive per le violazioni di cui sopra; essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.

3 AGRINSIEME è il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare).

4 Da ultimo la Comunicazione (Rafforzare la lotta al lavoro sommerso) del 24 ottobre 2007 (COM(2007) 628) definitivo. Per la Commissione occorre una strategia politica equilibrata fatta di misure volte a ridurre o prevenire il fenomeno e d’interventi che garantiscano l’applicazione di queste misure, con il coinvolgimento delle parti sociali. Questa strategia è stata disegnata nella risoluzione del Consiglio sulla trasformazione del lavoro non dichiarato in occupazione regolare, che ha sollecitato: una riduzione dell’attrattiva economica del lavoro sommerso – attrattiva che deriva dalla struttura del sistema fiscale e di quello delle prestazioni sociali e dalla tolleranza dei sistemi di protezione sociale nei confronti del fenomeno in questione; atti di riforma e semplificazione amministrativa per ridurre i costi imposti dal rispetto delle norme; il rafforzamento della sorveglianza e dei meccanismi sanzionatori, con il coinvolgimento degli ispettorati del lavoro, degli uffici tributari e delle parti sociali; la cooperazione transnazionale tra gli Stati membri e attività di sensibilizzazione.

5 Rispettivamente: Federazione Agricola alimentare ambiente Industria italiana; Federazione Lavoratori Agroindustria; Unione nazionale dei lavoratori agroalimentari

6 La Convenzione sull’ispezione del lavoro nell’industria e nel commercio del 19 giugno 1947 adottò varie proposte che si riferiscono all’ispezione del lavoro nell’industria e nel commercio. In generale si afferma che ogni Stato membro dell’Organizzazione internazionale del Lavoro deve mantenere un sistema d’ispezione del lavoro negli stabilimenti industriali. Ex articolo 20 l’autorità centrale d’ispezione pubblicherà un rapporto annuale di carattere generale sui lavori dei servizi d’ispezione posti sotto il suo controllo.

7 Niccolò Machiavelli, Il Principe, cap. XVIII



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