Commissione europea: una legislazione sulle pratiche commerciali sleali non necessaria al momento

In un report pubblicato la scorsa settimana e destinato al Parlamento europeo e al Consiglio, la Direzione generale per il mercato interno, industria, imprenditoria e PMI della Commissione europea ha spiegato come, allo stato attuale,  non ritenga necessario un quadro normativo armonizzato isupermarket_108585317n materia di lotta alle pratiche commerciali sleali nelle relazioni verticali interne alla filiera alimentare.

La Commissione, inoltre, rileva inoltre che, dal momento che in molti Stati membri la legislazione è stata introdotta solo di recente, i risultati prodotti dalla stessa debbano essere attentamente monitorati e valutati.

Nel 2014 la Commissione ha adottato una comunicazione relativa alla lotta contro le pratiche commerciali sleali. Alla stessa  ha fatto immediato seguito una richiesta congiunta presentata dai Ministri dell’Agricoltura di Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia, a mezzo della quale la Commissione veniva invitata a valutare in maniera approfondita l’impatto delle pratiche commerciali sleali in Unione europea. Da qui la relazione pubblicata nei giorni scorsi che, oltre a valutare l’impatto della legislazione, negli Stati membri che hanno proceduto in tal senso, tira le somme sullla Supply Chain Initiative, uno strumento avviato su impulso di talune rappresentanze di settore europee, ma che, come spiegato nel report della Commissione, ha avuto un impatto molto limitato nella soluzione delle pratiche commerciali sleali.
Nonostante tale assunto, la Commissione non ha pero’ al momento ritenuto necessario procedere con una proposta legislativa di matrice europea.



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