- 21/12/2018
- Postato da: Marta
- Categorie: Domande e risposte, Notizie

Gentile avvocato Dongo,
vorrei porle un quesito riguardante la frutta secca, in particolare, vorrei porvi una questione sulla qualità delle noci italiane. Ieri mi sono recata ad un supermercato Conad, a Rovigo e ho acquistato mezzo kg di noci con indicazione in etichetta ‘Noci Lara Prima Qualità’, con un prezzo allettante.
Erano circa 50 noci, le ho aperte per sgusciarle e 13 erano da buttare (muffe e raggrinzite). Se facciamo una semplice proporzione, lo scarto risulta del 26%. Poiché sono una consumatrice attenta mi sono informata e la normativa prevede che per la prima qualità ci sia un max del 10% di difetti interni.
Detto questo, mi sono ritrovata a comprare noci sicuramente non di prima qualità e sicuramente non al prezzo proposto perché se i 7,99 euro al kg li proporziono al 26% di scarto, sarei venuta a pagarle effettivamente 10,07 euro. Le chiedo di suggerirmi come fare per fare presente questa ‘truffa nascosta’ nella vendita di finta prima qualità, a scapito magari di prodotti migliori che fanno pagare una qualità effettiva!
Grazie, Mara
Risponde l’avvocato Dario Dongo, Ph.D. in diritto alimentare europeo
Cara Mara buongiorno,
la frutta secca di prima categoria in effetti non può presentare difettosità interne – vale a dire, difetti non visibili senza rompere il gheriglio – superiori al 10%. Secondo quanto previsto nelle prassi commerciali internazionali consolidate in ambito UNECE. (1)
Il gruppo di lavoro UNECE (United Nations Economic Commission for Europe) che lavora agli standard di qualità agricola ha il preciso compito di definire parametri condivisi a livello internazionale. Per incoraggiare le produzioni di alta qualità, migliorare la redditività degli agricoltori e proteggere gli interessi dei consumatori.
Il campione da sottoporre ad analisi dovrebbe essere più ampio, rispetto a una cinquantina di noci, per poter esprimere un giudizio nel caso specifico. I metodi di ispezione stabiliti da USDA (United States Department of Agriculture) già dal 1974, a cui molti operatori tuttora fanno riferimento, invero prevedono campionamenti di ben altra entità.
Le buone prassi degli operatori seri prevedono perciò l’analisi di almeno 3-500 noci per ogni lotto, in base alle sue dimensioni. Ed è improbabile raggiungere livelli di difettosità del 25-30% su noci vendute come di ‘prima categoria’, quando non ci si trovi in mezzo a una frode in commercio.
Laddove un episodio di questo genere avesse a ripetersi, ci si potrà rivolgere all’ICQRF (Ispettorato centrale per il Controllo della Qualità e la Repressione delle Frodi), chiedendo di eseguire i doverosi controlli. Senza trascurare la responsabilità del distributore.
Cordialmente
Dario
Note
(1) Cfr. https://www.unece.org/trade/agr/standard/dry/ddp-standards.html